Fino ad un anno fa anche io conoscevo solo le qualità arabica e robusta del caffè. In realtà il caffè ha una varietà enorme di specie e quindi di miscele possibili.
Il caffè è una pianta sempreverde della famiglia delle rubiacee.
Ci sono quattro ceppi principali della rubiacea: la liberica, la antonyi, la eugenoide e la canefora.
Altre specie minori sono la charrieriana che è priva di caffeina, la mauritana e la racemosa.
Le uniche specie coltivate massivamente a scopi commerciali per l’estrazione del caffè sono l’arabica, incrocio tra i ceppi antonyi e eugenoide, e la robusta discendente diretta e unica delle canefore.
Nonostante questa macro distinzione per ognuna di queste specie è disponibile una varietà di sottospecie che arricchiscono il caffè di sentori e sfumature sempre diverse.
Le specie e le sottospecie sono davvero tantissime ma nel 2016 l’entomologo George Poinar ne scoprì una nuova varietà acclusa in un’ambra. Questa pianta fossile vecchia di 45 milioni di anni è stata battezzata Strychnos electri e sembra che da questa pianta sia poi disceso il caffè ma anche i girasoli, i peperoni, le patate, la menta e alcuni piante da cui tutt’oggi si estraggono dei veleni mortali.
La prossima volta che chiederete che tipo di miscela è il caffè che vi hanno servito non accontentatevi delle percentuali di arabica e robusta!
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